Villa Parisi fu costruita dal Cardinale Ferdinando Taverna intorno al 1605 sulle rovine di una villa romana e sorge su un’area occupata da strutture romane tra cui una cisterna afferente le vicine strutture della villa dei Quintili sotto villa Mondragone. Sorge anch’essa nel territorio di Monte Porzio Catone ed è parte della Rete delle Dimore storiche della Regione Lazio.
Taverna, già Governatore di Roma sotto il pontificato di Clemente VIII, cominciò i primi lavori sul corpo principale della villa commissionandoli all’architetto Girolamo Rainaldi finché, nel 1614, decise di venderla al Cardinale Scipione Borghese, nipote di Paolo V, ottenendone inoltre in cambio Villa Acquaviva, poi Grazioli. Borghese commissionò al Vasanzio (già impiegato in altri cantieri del cardinale) una serie di nuovi interventi di ampliamento e ristrutturazione della villa che si arricchì di due corpi laterali, un ninfeo e un giardino segreto mentre il monumentale accesso alle ville dei Borghese, detto “Portale delle Armi”, è attribuito al Rainaldi. All’interno, la villa risultò molto simile a villa Mondragone: un salone ampio a doppia altezza intorno al quale si collocavano delle stanze laterali. Nuovi lavori di abbellimento decorativo iniziarono con Camillo Borghese che nel 1729, alla morte del padre Marcantonio, ne ereditò i beni e sposò Agnese Colonna. In seguito, nel XVIII secolo, la decorazione pittorica fu affidata a vari artisti. I fratelli romani Giuseppe e Domenico Valeriani realizzarono nel salone centrale detto “delle feste” gli splendidi affreschi raffiguranti figure femminili allegoriche raffiguranti le Arti; sopra il camino, Romolo e Remo con la lupa e una regale dea Roma, con ai suoi piedi oggetti di guerra; sui lati brevi invece quattro “Telamoni” che reggono strutture architettoniche, e ancora busti di imperatori romani, armi e decorazioni in stile neoclassico. Nel 1741, in occasione della visita di papa Benedetto XIV, vennero eseguiti nuovi lavori che interessarono alcune sale, tra cui quella delle “cacce”, della “musica”, delle “stagioni” e nella Cappella di famiglia, abbellita dagli arazzi realizzati da monsignor Sergardi. I Valeriani dipinsero anche le “Stagioni” inframmezzate da quattro sovrapporte con le figure di Giove, Ercole, Marte e Vulcano; fiori e animali delimitavano i simboli delle “Arti Liberali” e delle “Arti del Quadrivio”. Nella sala detta “delle statue”, dove dipinsero tre figure mitologiche in monocromo, è possibile ammirare l’opera dei Valeriani accanto agli splendidi paesaggi del Bavarese, Ignazio Heldman, tra cui “il paesaggio con i pescatori”. Tra il 1768 e il 1832, interventi decorativi ispirati all’antica Roma furono affidati al pittore polacco Thaddaus Kuntze, attivo a villa Parisi, tra cui le “nozze aldobrandine”, copia di un originale alessandrino rinvenuto nel 1600 sull’Esquilino e rimasto a lungo di proprietà degli Aldobrandini prima di passare ai Borghese.
Nel 1896, la villa venne venduta a Saverio Parisi: il figlio Enrico e la moglie Elena Serra di Cassano hanno restaurato integralmente la villa nel decennio 1925 – 1935, effettuando lavori di adattamento interno e restauri pittorici ma lasciando immutato quanto realizzato nei secoli precedenti. La Villa subi` seri danni durante l’ultimo conflitto mondiale, a seguito dell’occupazione del comando tedesco prima e poi per il passaggio delle truppe americane; infine, diede riparo sino al 1951 a numerose famiglie e scuole sfollate a causa dei bombardamenti.